Prima di tutto è utile sapere che esistono due diversi tipi di queste "domande", differenti per la modalità con cui sono poste e per l'importanza e l'urgenza di risposta che le contraddistingue: interrogazioni e interpellanze.
L'interrogazione è utilizzata per cercare di ottenere informazioni su un fatto specifico.
L'interpellanza pretende di ottenere spiegazioni e risposte su ciò che riguarda l'indirizzo politico del Governo: ha un peso politico maggiore e, infatti, si attua SOLO in Aula.
Uno più deputati della Camera e/o uno o più Senatori hanno facoltà di porre "domande" al Governo in merito al suo operato, alla veridicità o meno di un certo fatto o notizia e soprattutto ai provvedimenti che lo stesso Governo ha preso (o prenderà) riguardo a tali fatti o notizie. Si tratta di un modo per controllare e verificare cosa stia facendo il Governo (e si utilizza anche in altri Stati europei per informarsi sugli scopi ultimi di determinate Commissioni).
Cerchiamo ora di capire in cosa consistano e come siano formulate tali "domande".
Regolata da:
Si tratta di una domanda/richiesta di chiarimento, rivolta al Governo (inteso nella sua totalità, quale Organo complessivo, oppure rivolgendosi a un Ministro specifico) per appurare:
Il parlamentare può specificare se desidera ricevere una risposta non in Aula, bensì in Commissione (tempo necessario perché la domanda sia presentata in Commissione, all'Ordine del giorno: 2 settimane dalla data di trasmissione della richiesta) e se desidera una risposta orale o scritta (tempo minimo per la risposta scritta: 20 gg). Nel caso dei Senatori, in mancanza di indicazioni si intende che l'interrogante stia sempre chiedendo una risposta scritta.
Non è concesso presentare più di 2 interpellanze alla volta, in una stessa seduta, da parte di uno stesso parlamentare.
A sua volta il Governo, ricevuta l'interrogazione, può dire di non poter rispondere, indicandone però il motivo.
Oppure, se è disposto a rispondere, deve indicare con precisione in quale giorno (entro un mese dalla richiesta).
Se poi il Governo riconosce, di sua iniziativa, che un’interrogazione ha carattere di urgenza (e questo vale solo per argomenti di particolare importanza e/o attualità politica), può decidere di rispondere subito, oppure di farlo al massimo all'inizio della seduta successiva a quella durante cui è stata posta l'interrogazione (2) (in questi casi parliamo di "interrogazioni a risposta immediata". Questo tipo di interrogazioni "rapide" non potranno più essere ripresentate come interrogazioni "standard").
Dopo l'eventuale risposta del Governo, il parlamentare che ha posto l'interrogazione può dichiarare se si ritenga, o meno, soddisfatto.
Se il parlamentare che ha posto l'interrogazione non fosse presente quando il Governo da risposta, si riterrà sottinteso che tale parlamentare ha rinunciato e di conseguenza perde il diritto alla risposta e la interrogazione è dichiarata decaduta: NON ci sarà alcuna risposta!
Regolata da:
Si tratta di una "domanda" politicamente più rilevante rispetto a un'interrogazione: è sempre rivolta per iscritto e soprattutto riguarda scopi e comportamenti del Governo, in pratica interroga il Governo stesso rispetto alla sua politica, alle sue intenzioni.
Un'interpellanza è posta all'ordine del giorno dopo 2 settimane dalla presentazione e, come per le interrogazioni, non è concesso presentaren più di 2 alla volta in una stessa seduta da parte di uno stesso parlamentare.
Solo i presidenti dei Gruppi parlamentari a nome dei rispettivi Gruppi (numero di deputati non inferiore a 30) possono presentare interpellanze "urgenti".
NOTE:
1) I regolamenti sono tratti dai siti ufficiali della Camera dei Deputati e del Senato.
2) Si tratta del cosiddetto Question time: il momento in cui durante un'assemblea parlamentare sono illustrate le "domande" parlamentari che il Governo considera urgenti e a cui è quindi data risposta in aula e in tempi brevi. Tali domande sono poste a Ministri o Sottosegretari ogni mercoledì alle ore 15.